NGAN - Considerazioni |
There are no translations available. PremesseLe infrastrutture di TLC trovano nel modello ISO/OSI uno strumento importante ma non esaustivo per la comprensione della struttura degli elementi che le compongono, in particolare il modello ISO/OSI trascura gli aspetti immobiliari che sono alla base di una realizzazione, e volendo continuare ad utilizzare la classificazione a layer dobbiamo introdurre altri tre livelli:
L'insieme di questi tre layer costituisce l'infrastruttura passiva di accesso. L'infrastruttura passiva di accesso in particolar modo quella che prevede un mezzo trasmissivo di tipo "wired" è caratterizzata da:
L'infrastruttura di accesso delle TLC può essere quindi vista come costituita dalla parte attiva (commutazione elettronica) e da quella passiva (come sopra definita). Una pluralità di fonti concordano che il costo complessivo dell'opera sia così suddivisibile:
E dove l'80% è praticamente tutto assorbito dal layer-1 in quanto il suolo (layer-2) è pubblico ed il costo del mezzo trasmissivo incide per meno del 2%, in pratica tutto il costo dell'infrastruttura passiva è concentrato negli scavi e posa dei cavidotti e negli edifici dove convergono i cavidotti che costeggiano le unita immobiliari da servire. La produzione di molti beni obbedisce a vincoli di "quantità minima" e quindi non è possibile produrre solo la quantità in quel momento necessaria ma bisogna produrre una quantità prefissata indipendentemente dal numero di utilizzi, questo è particolarmente vero per gli aspetti edilizi dove ad esempio non si può realizzare il cavidotto per i soli utenti aderenti ma bisogna in ogni caso realizzare il cavidotto per tutti gli utenti potenziali, ne discende che il "tasso di utilizzo" è alla base del meccanismo con cui calcolare il costo per utente ed il tasso di ritorno dell'investimento. In economia i beni soggetti a queste condizioni sono i beni soggetti ai fattori di scala. La parte edilizia (infrastruttura passiva) non solo è la parte più costosa di una infrastruttura di TLC ma è anche la parte più soggetta ai fattori di scala e sarebbe opportuno, per essere efficiente in termini economici, che avesse tassi di utilizzo il più possibile prossimi al 100% . Per contro la parte attiva (commutazione) grazie alla evoluzione dell'elettronica è divenuta a basso costo e lineare (compro solo l'elettronica che mi serve per aggiungere un nuovo utente e/o il costo per un lotto di utenti è comunque molto basso) Le considerazioni di cui sopra portano a dire che l'infrastruttura passiva di accesso è un elemento NON REPLICABILE mentre quella attiva e perfettamente REPLICABILE. La recente storia dell'unbundling in tutti i paesi europei ci dimostra che il riutilizzo (da parte di altri operatori ) della parte passiva quando essa è in capo ad un operatore (incumbent) è fonte di grande litigiosità oltre ad imporre una continua rincorsa del regolatore per impedire che l'incumbent eserciti il suo potere di interdizione grazie al controllo che egli ha sulla infrastruttura passiva. Se constatiamo che TUTTE le infrastrutture di trasporto (merci, persone, informazioni) hanno la necessita di un layer -2 diviene spontaneo domandarsi se tale Layer -2 possa essere condiviso tra diverse infrastrutture di trasporto. Una volta estrinsecata la presenza del "suolo" in tutte le infrastrutture di trasporto è opportuno domandarsi non solo se esso sia sinergicamente condivisibile con altre infrastrutture di trasporto ma chi sia il suo naturale gestore e cioè chi sia il soggetto in grado di massimizzarne l'utilità sociale, utilità sociale che non è un optional in quanto nella STRAGRANDE maggioranza dei casi stiamo parlando di SUOLO PUBBLICO. Quindi se mettiamo insieme tutti gli elementi di cui sopra diviene evidente come il soggetto PRINCIPE a cui guardare, quando abbiamo a che fare con le infrastrutture passive di accesso, sia la PA locale (Comuni, Provincie Regioni). La PA locale è l'unica struttura in grado di garantire (se gli amministratori sono persone competenti ed oneste) una gestione non discriminatoria efficente ed efficace della infrastuttura passiva di accesso . La concorrenza tra operatori di TLC non può più essere condizionata dall'azione interdittiva di un operatore sull'altro. Per garantire che la gestione di tale infrastruttura sia effettuata dalla PA nell'interesse esclusivo dell'utente, e non possa essere inquinata da comportamenti illeciti degli amministratori, il costo per utente deve essere direttamente percepito dall'utente e quindi non annacquato in generiche voci di spesa, nella fattispecie il costo della parte passiva deve ricadere sulle unita immobiliari che in cambio ne hanno un uso pieno e libero da qualsiasi vincolo. Una misura che potrebbe rendere certo il rientro, in tempi brevi, del finanziamento delle opere, sia che esse sia realizzate da gruppi di privati sia che esse siano realizzate dalla PA, sarebbe costituito da una norma che imponesse agli operatori di commutazione di attuare lo Switch-Off Rame (proprietà operatore) -Fibra (unità immobiliare) per ogni unità immobiliare raggiunta dal cablaggio in fibra. Le unità immobiliari potrebbero ritornare dell'investimento in pochi anni considerando che lo switchoff determinerebbe un significativo abbattimento degli attuali canoni (le utenze di telefonia fissa pagano circa 200 Euro/anno a Telecom per una connessione in rame che in molti casi al massimo garantisce una capacità di 1 Mb/s) mentre la connessione in fibra garantirebbe una capacità minima di 1 Gb/s e avrebbe un costo, stimato per eccesso, in circa 600-1000 Euro per unità immobiliare da ammortizzare su 30 anni a cui andrebbe aggiunta la manutenzione annuale. Quanto sopra è il cosiddetto modello "casa con la coda" "Customer Ownership Local Loop" ed il documento da cui trae origine questa visione è http://pb.freeshell.org/its.html Per rendere questo soluzione non in contrasto con l'attuale regime normativo è necessaria una modifica dell'allegato 10 secondo quanto previsto dal disegno di legge presentato durante la XVI legislatura http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/35491.htm ScorporoA questo punto è chiaro che l'operazione di scorporo della vecchia rete in rame per non essere l'ennesima regalia di denaro pubblico a pochi privati deve garantire che:
L'ultimo punto per essere soddisfatto implica i che nell'organismo di controllo siedano con pieni poteri i rappresentati delle associazioni di categoria dei consumatori e degli imprenditori del settore e per garantire di non assistere alla cattura del controllore tutti gli atti devono essere comunque di pubblico dominio Da quanto sopra risulta semplice ritenere che una rete che serva in rame ad esempio circa 20 milioni di unità immobiliari valga al massimo a nuovo circa 12-20 miliardi di Euro (quanto costerebbe realizzare la nuova rete in fibra) e che stimando una vita residua di un quarto e che stiamo parlando di rame e non di fibra il valore residuo sarà al massimo di 3-5 miliardi di Euro. |
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Last Updated ( Friday, 05 July 2013 17:08 ) |