PA & TLC |
La PA (Pubblica Amministrazione) di qualsiasi ordine e grado ha, sull'argomento TLC, alcuni vincoli espliciti diretti costituiti dall'art 6 del Dlgs 259/03 (codice comunicazioni) ed impliciti indiretti costituiti dall'art 3 della Costituzione Italiana. Iniziando dal secondo vincolo di carattere generale abbiamo che la PA non può (visto che agisce grazie al contributo economico di TUTTI) produrre un vantaggio solo per pochi, e poco importa come questo vantaggio sia costruito, e cioè se avvenga, senza violare l'attuale sistema normativo, perché se ciò avviene significa che siamo di fronte ad una carenza normativa che permette la violazione dell'art.3. Per questo motivo ritengo di essere FAVOREVOLE a qualsiasi LIBERALIZZAZIONE quando ciò significa che una pluralità grande a piacere di imprenditori in essere o costituendi può competere senza soluzione di continuità temporale sulla produzione di quei beni/servizi e sono CONTRARIO alle PRIVATIZZAZZIONI in quanto mettono in capo ad un SINGOLO privato ciò che prima era in mano al PUBBLICO e solitamente si trfatta di un bene e servizio che non consente per ragioni naturale o costruite una pluralità di produttori. Posso capire che l'osservazione della gestione inefficiente o malavitosa che gli amministratori pubblici possono fare di quel bene e risorsa possa indurre alcune persone ad ipotizzare la soluzione sbrigativa del passaggio alla gestione privata ma da un analisi meno emotiva emerge che avere ammnistratori pubblici potenzialmente infedeli è almeno compensato dal fatto che essi sono soggetti periodicamente ad una verifica/conferma mentre con la soluzione privata abbiamo l'ARRICCHIMENTO CERTO di un solo PRIVATO ed il danno economico complessivo quando si considerino le ESTERNALITA' indotte da un MONOPOLISTA è di gran lunga peggiore del danno prodotto da un amministratore infedele, e il vero ed UNICO antidoto è costituito da un controllo costante e puntuale dell'unico soggetto che ha un reale conflitto di interessi con l'amministratore infedele e cioè i cittadini. La soluzione all'amministratore pubblico infedele NON E' la PRIVATIZZAZIONE ma l'incremento dei controlli dei CITTADINI (e non di altri organi indiretti) sull'amministratore, devono essere quindi incrementate significativamente AI CITTADINI le possibilità di controllare e rimuovere tempestivamente AMMINISTRATORI PUBBLICI in fondo ESSI sono gli AZIONISTI DI MAGGIORANZA. Ritornando nello specifico non entriamo nel merito se sia opportuno che una PA spenda denaro pubblico nelle TLC (è una questione che di volta in volta va valutata sia in termini globali che in termini locali e soprattutto con il concorso dei cittadini che eleggono gli organi di controllo della PA) resta il fatto che poi la PA od utilizza quelle risorse di TLC in modo assoultamente "INTERNO" oppure deve concedere a tutti gli imprenditori (di qualsiasi dimensione) le medesime condizioni NON DISCIMINATORIE, in pratica funge SOLO da wholesale. A titolo di esempio rientrano nell'uso diretto:
non rientrano in questo contesto ASSOLUTAMENTE gli accessi wifi con navigazione indiscriminata fosse anche di un solo secondo e/o a titolo gratuito. Come sopra descritto la tutela della NON discriminazione è PIU' AMPIA delle norme e quindi rispettare le norme ma generare una discriminazione è solo questione di tempo che venga impugnata per essere inibita. Ne deriva che la PA deve realizzare le opere in modo tale che esse non inducano costi NON ESSENZIALI per gli imprenditori in quanto una conseguenza del principio di non discriminazione è che non vengano introdotti costi che innalzano economicamente la barriera d'ingresso, e ne deriva quindi che:
La PA che voglia agevolare per qualsiasi motivo la disponibilità in mobilità dei residenti o degli occasionali delle connessioni internet wireless su frequenze non licenziate (WiFi) e quindi la presenza di access point WiFi sul suo territorio, e vogli operare nella piena legittimità formale e sostanziale può agire solo:
Sono ovviamente a discrezione delle PA le tariffe di utilizzo delle infrastutture (purchè ovviamente non discriminatorie) e sono a discrezione della PA ad esempio le condizioni di utilizzo imposte agli operatori, per cui a puro titolo di esempio se la PA lo desidera può imporre che gli utenti di ogni operatore che accedano alle infrastrutture della PA abbiano certe condizioni economiche come ad esempio prima ora di ogni giorno gratuita questo magari perhè la PA stabilisce che così sia anche per l'operatore che riceve dalla PA gratuitamente ogni prima ora e che magari la PA imponga che l'operatore comunichi all'utente che la prima ora è gratuita grazie alla PA. Riamando nel caso di cui sopra e volendo la PA gestire anche gli utenti che non siano già registrati (estemporanei) con uno degli operatori che acquistano in wholesale gli AccessPoint la PA può chiedere quale condizione per l'utilizzo degli accessPoint che gli operatori consentano la creazione "on line" di nuove utenze con le caratteristiche desiderate dalla PA e per rimanere ovviamente in modalità non diiscriminatoria, gli utenti non registrati vengono proposti in modalità round robin all'insieme degli operatori che hanno accettato la condizione di creazione di account "on line". Per dovere di trasparenza della PA nei confronti dei cittadini il costo dell'esercizio delle infrastutture poi collocate in wholesale deve essere dettagliato e pubblico a garanzia che il servizio TLC non sia un modo mascherato per agevolare i fornitori coinvolti dalla PA nella gestione delle struttura TLC in questo caso ASSOPROVIDER è disponibile ad assolvere a titolo gratuito alla verifica di congruità economica delle spese sostenute dalla PA per il wholesale delle TLC. |
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Ultimo aggiornamento ( Martedì 01 Novembre 2011 12:19 ) |